L'aderenza terapeutica, i farmaci giusti al momento giusto
L'aderenza terapeutica, ovvero i farmaci giusti al momento giusto
di Domingo Arrigoni
26-10-2022
L'aderenza terapeutica, ovvero i farmaci giusti al momento giusto
L'AIFA ricorda che la scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata ad un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità rappresentando un danno per i pazienti, per il sistema sanitario e per la società. Fino agli anni '90, per indicare quanto un paziente si atteneva si atteneva alle indicazioni del medico veniva spesso usato il termine “compliance” (adesione). Tale concetto sottende un’accettazione passiva della cura da parte del cittadino che si rivolgeva alle strutture sanitarie. Negli ultimi 20 anni è mutato l'approccio culturale al paziente che viene considerato corresponsabile delle scelte.
Da compliance ad aderenza
Tale cambiamento eÌ€ stato evidenziato dall'introduzione del concetto di “aderenza”, che esplicita la necessità di un ruolo pro-attivo del paziente-persona rispetto al percorso di cura.
Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità tale concetto esprime “la misura in cui il comportamento di una persona nell'assunzione dei farmaci, nel seguire una dieta e/o nel cambiare stili di vita corrisponde alle raccomandazioni concordate con un operatore sanitario” Il coinvolgimento del paziente nella relazione con tutte le professionalità coinvolte aumenta l'efficacia terapeutica. “Oggi questo concetto abbraccia una visione più ampia che coinvolge oltre al medico e al paziente, tutti gli attori del sistema salute e tutti i fattori che impattano sull'aderenza alle terapie”.
L’aderenza terapeutica fa bene
L'aderenza terapeutica oltre che migliorare il benessere personale impatta positivamente sui conti dello Stato ( il 60,7% degli over 65 è colpito da almeno una malattia cronica, il 25% da due o più patologie e il 70% non assume i farmaci correttamente).
La scarsa aderenza è influenzata da:
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difficoltà nel rapporto con il medico
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gravità dei sintomi
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complessità della terapia ( l'11% degli anziani deve prendere ogni giorno 10 o più farmaci), presenza di effetti collaterali
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caratteristiche legate al paziente stesso (decadimento cognitivo, depressione, conoscenze e credenze relative alla sua malattia)
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presenza di farmaci equivalenti (possono far fare confusione)
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fattori economici.
Il farmacista può aiutare il paziente e chi lo assiste a verificare di aver compreso quali e quanti farmaci assumere e con quali tempi. Può anche aiutare nel controllo dell'uso dei farmaci, nella gestione degli equivalenti, nel rapporto con i medici, a gestire gli effetti collaterali.
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