Mio figlio è vittima di bullismo?
Mio figlio è vittima di bullismo?
di Domingo Arrigoni
28-10-2022
Mio figlio è vittima di bullismo?
L'età scolare rappresenta per i bambini e gli adolescenti un momento che può anche essere molto difficile e doloroso, soprattutto per chi non è abile nelle relazioni con i compagni, per chi non si sente accolto e riconosciuto. A volte questa fragilità porta ad essere bullizzati.
Riconoscere il bullismo
Non è facile per un genitore capire se il proprio figlio è oggetto di bullismo. Spesso la vittima non denuncia le sue difficoltà, un po' per paura, un po' perché fa fatica ad accettare le proprie debolezze e tende a minimizzare l'accaduto. È importante riconoscere il profondo disagio di chi subisce atti di bullismo distinguendolo da altre difficoltà come: un trasferimento, la perdita di una persona importante, la prossima nascita di un fratello, la separazione tra i genitori.
I segnali da non sottovalutare
La riluttanza ad andare a scuola e/o un calo del rendimento scolastico possono segnalare che qualcosa non va. Altri segnali che i genitori possono cogliere sono: difficoltà a dormire, problemi con l'alimentazione, disturbi psicosomatici come frequenti mal di testa o di pancia, depressione, ripetute chiamate da scuola per cercare di tornare a casa, evitare eventi sociali, perdita di denaro o di oggetti personali, bassa autostima. Se un ragazzo o una ragazza manifesta uno o più dei disturbi citati è bene non sottovalutarli, stare vicini ai ragazzi, provare ad aprire un dialogo, mostrandosi disponibili a parlare.
Proprio per le caratteristiche psicologiche che appartengono al profilo della vittima, è frequente che il ragazzo faccia fatica a parlarne, inoltre, se piccolo, potrebbe non avere le idee chiare su ciò che gli sta succedendo.
Come parlarne
Dal momento in cui le domande dirette risultano stressanti, bisognerebbe affrontare l'argomento privilegiando domande più generali come ad esempio domandare cosa succede durante l'intervallo, nel corridoio prima di entrare in classe, o durante gli spostamenti per raggiungere la scuola mostrando sincero interesse per lui, i suoi amici e per la sua vita. È possibile che l'adolescente complichi tutto decidendo di voler fare da solo.
In questo caso bisogna rispettare la sua scelta e renderlo consapevole del fatto che può contare su varie persone disponibili a parlare con lui o lei (adulti, insegnanti, consulente scolastico, psicologo). Se si è molto preoccupati e non si ricevono delle risposte soddisfacenti, è utile fare un salto a scuola per parlarne con qualcuno di fiducia. Anche se l'insegnante non è in grado di dire quello che sta succedendo, questo intervento lo metterà in allerta spingendolo a cercare di capirne di più.
Articoli correlati:
Iniziano le elementari!
di Domingo Arrigoni
Inquinamento atmosferico e conseguenze per la salute
di Domingo Arrigoni
Dermatiti professionali, un problema in forte crescita
di Adriano Zampol D'Ortia
Perchè si fa l'elettrocardiogramma?
di Domingo Arrigoni
Giochi enigmistici e cervello: sono veramente utili?
di Adriano Zampol D'Ortia